Tra i cimbri: nuovi parlanti
9 Febbraio 2023Tre giorni di raccolta dati a Luserna: qualche considerazione (socio)linguistica
2 Gennaio 2024Un fattore considerato importante nelle scale di misurazione della vitalità linguistica è la “risposta ai nuovi domini e media“. L’adozione di nuove tecnologie, infatti, può potenzialmente invertire il declino di una lingua, coinvolgendo le generazioni più giovani.
A questo proposito ci chiediamo se e come le minoranze linguistiche possano trarre vantaggio dall’uso di giochi creativi come Minecraft o di giochi strategici come Civilization di Sid Meier. Proviamo a porre questa domanda a ChatGPT, uno strumento di generazione di testo digitale. Le risposte che otteniamo ci dicono che questi giochi riescono a stimolare:
- la valorizzazione della cultura delle minoranze e delle loro lingue;
- la creazione di comunità e il senso di appartenenza tra chi parla una stessa lingua;
- la creatività linguistica;
- l’apprendimento delle lingue;
- la visibilità locale e sovralocale della lingua.
Ci chiediamo poi se tra le minoranze cimbra, ladina e mòchena esiste la consapevolezza di quanto sia importante adattarsi ai nuovi mezzi di comunicazione e utilizzare la lingua locale in nuovi domini. Ci aiuta a rispondere a questa domanda la ricerca CLaM 2021. In una sezione del questionario si chiede, infatti, ai partecipanti di indicare se siano d’accordo con alcune affermazioni date, segnando il grado di accordo su una scala da 1 (per niente) a 5 (del tutto). Tra le affermazioni proposte si trova la seguente: Il ladino/cimbro/mòcheno è una lingua che può essere usata per i videogiochi. Complessivamente si dichiarano d’accordo solo il 36% dei ladini, il 57% dei cimbri e il 46% dei mòcheni. Inoltre, se disaggreghiamo il dato per fasce d’età, vediamo che il 70% dei partecipanti all’inchiesta nati dopo il 2003 è poco o per niente convinto che ciò sia possibile. Evidentemente, anche tra i più giovani sono solo pochi a credere alla possibilità di sottrarsi al monolinguismo nel computer.
Eppure la digitalizzazione nelle minoranze linguistiche potrebbe favorire un rinnovato dialogo tra le generazioni. L’Aoca Game Lab ne offre un buon esempio. Il fondatore, Filipe Pereira, studioso e insegnante di storia a Salvador, in Brasile, credeva che comprendere la propria storia e le proprie origini fosse fondamentale per comprendere il futuro; perciò ha basato la narrativa del suo gioco digitale sulla storia, sulle condizioni locali, sui paesaggi e le tradizioni dell’entroterra di Bahia, coinvolgendo sia le generazioni più anziane che quelle più giovani.
Anche per le aree cimbra, ladina e mòchena giovani di talento potrebbero progettare giochi digitali ambientati nel contesto della comunità locale. Gli stili di vita tradizionali potrebbero essere raccontati attraverso nuovi canali, così come arti, artigianato e tecniche di lavorazione potrebbero essere trasmesse in forma nuova grazie alle tecnologie più recenti, e la realizzazione di questi nuovi prodotti comporterebbe un confronto molto ricco tra le diverse generazioni.
Patrizia Cordin, Paula Rebecca Schreiber