Il bilinguismo in famiglia
6 Luglio 2022Vitalità linguistica e giochi digitali
18 Settembre 2023Esco dal lavoro e mi avvio verso casa, una macchina mi supera lentamente, dal finestrino aperto arriva un “I grüazte” pronunciato forte e ben scandito. Mi sembra l’auto di Nicola, un giovane che si è trasferito a Luserna grazie al progetto Coliving; da poco più di due anni vive in paese con la sua famiglia e altre tre che apprezzano la vita tranquilla di Lusérn e si sono perfettamente integrate nella comunità, che li ha accolti con entusiasmo e con calore, come sempre i cimbri sanno fare.
Quando arrivo in Plazt vedo che l’auto dalla quale è arrivato il saluto in cimbro ha appena parcheggiato. Scende proprio Nicola, che mi si rivolge nuovamente con un bel “I grüazte Valentina, bia geatz? Bo geasto?”. Non immaginate quanto quel saluto nella mia lingua mi rallegri, e non posso che rispondere in cimbro anch’io, anche perché so quanto per lui sia importante: ogni occasione è preziosa per imparare parole ed espressioni nuove e per fare esercizio. Non c’è da meravigliarsi che in due anni abbia fatto sua la nostra lingua a un livello tale da stupire sempre ogni lusérnar che ha l’occasione di scambiare con lui due parole, rigorosamente azpe biar. Anche se non padroneggia tutte le numerose strutture sintattiche di questo antico tedesco bavarese, non demorde e non lascia spazio all’italiano o al dialetto nel suo discorso. Magari sapessimo tutti fare altrettanto quando impariamo una lingua nuova, o anche quando l’italiano, e oggi sempre più l’inglese, si fa spazio nel nostro discorso in cimbro con parole che avrebbero un perfetto corrispondente anche azpe biar.
Sappiamo come sia impegnativo per un parlante adulto imparare una nuova lingua, assimilare regole del linguaggio nuove e diverse da quelle della propria madrelingua. Non si tratta dello stesso percorso che porta i bambini a padroneggiare spontaneamente la lingua madre – o, come accade spesso nel caso di Luserna, le lingue della famiglia – ma di un processo di apprendimento lungo e non sempre scontato soprattutto per la pronuncia di molti suoni, che -se non vengono appresi nel corso dei primi anni di vita- risultano difficili da riprodurre.
Nicola e gli altri partecipanti adulti del progetto Coliving stanno affrontando questo percorso di apprendimento. Ma i loro bambini, undici giovanissimi lusérnar, hanno la fortuna di apprendere il cimbro da piccoli, grazie ad un’esposizione sistematica e qualificata presso il nido e la scuola dell’infanzia nel corso dell’anno scolastico, e presso l’asilo estivo Summar Khindargart e la colonia cimbra nei mesi estivi. Senza fatica i bambini assimilano suoni, nuove parole e regole di costruzione del linguaggio, che ripetono e su cui riflettono in famiglia, coinvolgendo in questo processo di apprendimento anche i genitori.
Ci sono lingue che acquisiscono continuamente nuovi parlanti, che -sebbene non siano madrelingua- hanno competenze molto alte, e ci sono altre lingue in pericolo, utilizzate in comunità molto ristrette, i cui parlanti diminuiscono progressivamente e che vanno impoverendosi, perdendo lemmi, espressioni e strutture sintattiche. Acquisire nuovi parlanti è indispensabile per le lingue con un numero ridotto di parlanti, come il cimbro.
Infine, vedere che persone non originarie di Luserna mostrano un profondo interesse nei confronti del cimbro e constatare che si avvicinano alla nuova lingua con entusiasmo non può che stimolarci a lavorare sempre più per la conservazione e la trasmissione alle giovani generazioni del nostro antico e prezioso idioma.
Valentina Nicolussi Castellan