La lingua madre
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9 Febbraio 2023Vantaggi del bilinguismo precoce
Il bilinguismo acquisito sin dall’infanzia presenta molti vantaggi per chi sin dai primi anni è esposto in maniera naturale a due (e a volte anche a tre) lingue. La trasmissione di due o più lingue rappresenta una grande opportunità per i bambini che gradualmente e senza sforzo le apprendono in famiglia.
Bilinguismo in famiglia nelle aree ladine
Nelle aree di minoranza linguistica la presenza di una lingua di minoranza, della lingua nazionale e di altre varietà favorisce il bilinguismo precoce, se nelle famiglie la lingua locale viene parlata -prevalentemente o insieme a un’altra lingua- dai genitori con i figli e dai figli con i genitori.
Nei comuni indagati i risultati mostrano un quadro piuttosto vario: in tutti i comuni della val Badia la percentuale di chi usa (o ha usato) il ladino con la madre, il padre e con i figli è molto alta (tra il 78% e il 96%, senza differenze significative con i diversi interlocutori); in val Gardena si va da un 50% a un 79%; poco più alte sono le percentuali dell’uso del ladino con i genitori in val di Fassa dove si passa da un minimo di 61% a un massimo di 85%, mentre si segnala un forte aumento nel comune di Pozza di Fassa nell’uso del ladino con i figli (98%); grandi differenze si registrano anche nei comuni ladini del Veneto, dove si passa da un uso del ladino con i diversi interlocutori (madre, padre, figli) del 44% (Ampezzo) a un uso dell’87% (Livinallongo).
Bilinguismo in famiglia nelle aree di minoranza con lingue di origine tedesca
Sorprende la somiglianza tra le percentuali registrate per l’uso con genitori e figli nei comuni ladini veneti e quelle registrate nei comuni mòcheni: anche in questo caso si ha una differenza molto rilevante tra le percentuali alte di Palù (sede dell’istituto di cultura) dove il 90% dichiara di usare con la madre il mòcheno e gli altri due comuni (dove le percentuali si aggirano tra il 41% e il 46%).
Infine, a Luserna l’uso del cimbro con i genitori e con i figli è dichiarato in percentuali che si aggirano attorno al 60%, mentre chi risiede fuori dal comune dichiara l’uso del cimbro con i genitori tra il 44% e il 46%; una notevole riduzione si registra invece per i non residenti nell’uso con i figli che scende al 28%.
Patrizia Cordin